Ho ricevuto materiale su questa mostra di Svenja Deininger presso la Schiavo Zoppelli Gallery a Milano, e mi è piaciuto molto. Il comunicato stampa è un racconto e l’ho letto tutto d’un fiato. La personale sarà visitabile dal 21 giugno al 30 settembre 2022.
L’indagine formale dell’artista è evoluta negli anni fino a confermare, anche in questa sua personale, l’utilizzo delle tele sagomate. Le aveva proposte la prima volta, sempre in una mostra monografica, alla Secessione di Vienna nel 2017.
Svenja Deininger, classe 1974, gioca con i rivestimenti, le consistenze, i colori. Il suo è una sorta di “narcisismo” pittorico puro, dove la ricerca del proposito artistico passa proprio tra primer, colore e vernice. Strati opachi, lucidi, superfici grezze catturano la luce e danno emozioni al colore, per atmosfere che si disegnano completamente solo nel campo visivo dello spettatore.
Mi piace molto l’utilizzo della tela con forma propria e dettagli fuori schema. Danno molta libertà all’interpretazione e sono particolarmente piacevoli da osservare.
Per Davide Ferri, le tele di Svenja Deininger respirano
Il comunicato stampa che tanto mi è piaciuto ha un tono particolare e invitante nella lettura. Riporto un frammento che descrive il “respiro” che si evince dalle opere di Svenja Deininger.
Dicevo del respiro. Che nel caso di Deininger associo una particolare forma di movimento – discreto, appena percettibile, perpetuamente introflesso ed estroflesso – interno a ogni suo lavoro, come nel dipinto “quasi monocromo”, sui toni del giallo, che vibra per via di una irrisolutezza di forme che non si concludono e si compenetrano nei diversi gialli della superficie (un colore che si fa ora più opaco, quasi sporco, ora più luminoso). In molti lavori in mostra, inoltre, la prossemica tra campiture più ottuse, assertive, derivanti da una stratificazione più decisa, e campiture che hanno l’aria di essere “non-finite” (in cui il colore è uno strato sottile che evidenzia la trama della tela su cui si deposita), genera un movimento che ha l’incedere di un soffio, di delicati avanzamenti e arretramenti, aprendo i dipinti allo spazio e al contempo richiudendoli nella propria materialità.
Ecco qualche scatto della personale:
Pic: Andrea Rossetti