Oggi vi parlo di fotografia e di una mostra straordinaria. Ho conosciuto Federico Borella e ho assistito all’inaugurazione della mostra “Sheroes – After the Acid Attack“. Un progetto che racconta, in una chiave tutta da scoprire, la nuova vita delle donne sfregiate con l’acido in India.
Il mio Comune è piccolo, conta circa novemila anime. Ma è coraggioso. Ha deciso di omaggiare la Donna in tutte le sue sfumature, anche quella della rinascita, della speranza. E come lo fa? Scegliendo di accogliere una mostra di grande impatto: “Sheroes – After di Acid Attack“. Un reportage fotografico del reporter Federico Borella, giornalista di caratura internazionale autore di reportage di grande livello per la CNN, Time Magazine, National Gepgraphic USA e tante altre testate di rilievo. Dal 10 al 31 marzo presso il municipio di San Giovanni in Marignano.
La mostra di Federico Borella a San Giovanni in Marignano: una scelta di coraggio
Vorrei descrivervi le emozioni che ho provato davanti alla bellezza degli scatti, tuttavia mi sovviene una priorità al quale solletico non riesco a resistere: sottolineare la scelta di “coraggio”, vero, nell’accogliere il reportage.
Come avrete immaginato, il tema corrisponde al retaggio comportamentale, molto frequente in India, di vendicarsi di torti subiti, tradimenti, ma anche semplicemente di controversie famigliari versando dell’acido in viso. Le vittime sono donne. Donne a cui viene tolta, in una frazione di secondo, bellezza, femminilità, identità. Vengono poi infusi dolore, fisico e psichico, frustrazione. Il senso che Federico infonde però è diverso, fresco, nuovo. E sotto vi faccio qualche esempio.
Vi chiederete, ma la scelta di coraggio quale è? Il luogo della mostra è proprio il corridoio principale del Comune di San Giovanni. Dove tutte le persone camminano, chiedono, si arrabbiano, lavorano, sorridono.
Non credo che la totalità delle persone riusciranno a capirne il messaggio. Come spiegava il vice sindaco Michela Bertuccioli all’inaugurazione, siamo troppo abituati a rifiutare ciò che non è perfetto. Abituati all’omologazione e alla non diversità. A fermarci alla superficialità delle apparenze. Gli scatti sono meravigliosi, ma sono forti.
La mostra è stata voluta dalla consigliera con delega alle pari opportunità, Carlotta Ruggeri, alla quale faccio i miei più sinceri complimenti.
Federico Borella lancia messaggi di speranza
Aldilà della bellezza degli scatti di Federico, che hanno angolazioni, colori, suggestioni che mi hanno incantato, essi lanciano un forte messaggio di speranza, attraverso una storia assolutamente da raccontare.
In India, come ho accennato, è purtroppo un codice comportamentale diffuso. Vendicarsi di torti subiti o controversie versando acido solforico sul visto di donne.
Per combattere questo orribile retaggio comportamentale, nasce nel 2014, fondata da due uomini, un’organizzazione non governativa che si chiama Stop Acid Attacks. Una delle loro attività, per sostenere le vittime, è concedere in gestione dei bar-ristoranti a queste ragazze.
E non è un caso che questi caffè siano ubicati nelle città che registrano il maggior numero di vittime. Uno di questi è ad Agra, ed è gestito da Ritu, 20 anni e una storia alle spalle di faida famigliare che le è costata la bellezza, la dignità, la femminilità. Ma non ha pagato in pegno la forza, perchè ora è un attivista e fornisce aiuto e sostegno morale alle altre vittime.
Qualche considerazione sulle foto di Federico Borella
La bellezza degli scatti, dei colori, degli attimi è indiscutibile. Ma è il significato traslato dalla sensibilità di Federico a dare alla mostra un allure magico.
Sapete come la penso: l’arte per me è ciò che ci rende migliori, dopo il contatto visivo e emotivo con essa. Ciò che ci lascia qualcosa dentro. Ciò che ci convince che un mondo migliore è possibile e che ci instilli gocce di preziosa speranza nel cuore, che ne ha tanta sete.