Il Palio del Daino, rievocazione storica appena conclusasi in un paesino meraviglioso vicino casa, conta la trentesima edizione. Dedico volentieri due parole a questa splendida e emozionante manifestazione, che tutela il passato proiettandolo nel futuro.
Il Palio del Daino, a Mondaino (etimologicamente monte del daino), in provincia di Rimini, è una delle rievocazioni storiche meglio organizzate e più autentiche che io abbia visitato.
In trent’anni la bellezza dei minuziosi particolari, la ricerca storica approfondita legata all’ambientazione e una scelta mirata e consapevole delle attrazioni e dei punti di valore hanno reso tanto in termini di….magia.
Il patto di pace tra due acerrimi nemici: il Palio del Daino celebra la pace tra Federico da Montefeltro e Sigismondo Malatesta
SI legge sul sito ufficiale, rigorosamente in volgare:
Li festeggiamenti sono detti per rammemorare lo giorno ne lo quale in un poggetto del tereno de mondaino el conte federico da montefeltro se abocò con sigismondo malatesta signore de arimino et se faranno feste assai come allhora.Per quattro giorni continovi le Contrade de lo Borgo, Castello, Contado et Montebello, se disfideranno ne li giochi et governeranno le taverne per lo conforto de li voti stomaci et de le gole arse.Ne le vie se troveranno pancarelle et botteghe con le cose de tutte le arti e li mestieri et musici, cantori, giocolieri, trampolinieri et altri spectaculi daranno alquanta gioia che est cibo giusto et salutare de l’anima et de lo corpo et parte bona de la vita.
Chi vive nel mio meraviglioso entroterra sa che la costellazione di castelli e di roccaforti meravigliose che decorano le nostre colline sono il frutto di una inesauribile lotta per accaparrarsi prestigio e territorio da parte di due signori molto conosciuti: Federico da Montefeltro, Duca di Urbino, e Sigismondo Pandolfo Malatesta, signore di Rimini.
Tuttavia, nel 1459, i due trovano tregua proprio qui, a Mondaino (anche se già nel 1462 l’idillio è rotto e Federico conquista Mondaino e la dona alla Chiesa) e la pace celebrata veniva festeggiata con giochi e gare tra le contrade indigene.
L’importanza delle regole: la rievocazione storica funziona se c’è “disciplina”
Questo è un mio pensiero personale. Aldilà dei particolari, dei dettagli che qui funzionano benissimo e che veramente ti proiettano in un piacevole viaggio nel passato, ciò che rende speciale il Palio è altro. Esiste la parvenza di un preciso codice comportamentale condiviso da tutti gli attori, comparse, venditori che hanno un ruolo all’interno della manifestazione.
La magia è fragile e precaria e basta poco per romperla. Un cellulare acceso, un indumento non storico, un prodotto commerciale nel contesto temporale sbagliato.
Durante la mia presenza non ho visto niente di tutto ciò. Attori, artisti e venditori nelle “pancarelle et botteghe” erano tutti assolutamente in linea con il contesto. Nessun dispositivo, nessun oggetto moderno in vista. La scelta degli articoli in vendita (giochi antichi, maschere di cuoio, utensili in terracotta, formaggi, miele, spezie, saponi artigianali…) erano collocate amabilmente sulla linea temporale.
Credo che un codice comune a tutti renda molta forza alla riuscita dell’evento. Non so se esista, ma l’ho avvertito questo senso “unicum” che percorreva ogni sfumatura della manifestazione.
La partecipazione sentita del paese: altra chiave della riuscita dell’evento
Succede spesso in quest’Italia che ama la bellezza e ritrova se stessa piacevolmente nel suo passato: è l’amore della gente a infondere tanta positività e energia nella riuscita di un evento. Tutta Mondaino si impegna a esprimere le proprie origini ed ad accogliere amorevolmente “il forestiero” per proporgli meraviglia e stupore.
Le comparse (lebbrosi, madonne, messeri, soldati…) sono tutti volontari che danno quel tocco di realtà in più ad un evento di per sè già magico, aumentando l’immedesimazione dello spettatore.
Anche questa è una forte sensazione d’arte. Il nostro passato è bellezza: amarlo nel presente, proiettarlo nel futuro.
Con eventi come questo.