Cari amici, oggi sono particolarmente felice di scrivere, perché realizzo un mui grande desiderio, grazie a Urban Nation digital tour.
Chi mi legge sa che ho scritto molto di Urban Nation, un “museo” di nuova concezione a Berlino che tratta street art, urban art e tendenze contemporanee. Particolarmente gradito ai miei lettori l’articolo su Marina Zumi, che ne dipinse le facciate. Oppure, prima dell’apertura, l’anticipazione dell’apertura al Lollapalloza Festival con il fantastico Walk-In-Art (e la performance visiva dei dodici artisti che adoro).
Un mondo mutevole e dai confini sfumati quello raccontato da Urban Station, che ritengo fucina di arte e di idee tra le più vive e ben strutturate d’Europa. Quando visitai Berlino il museo era ancora chiuso, ma testimoniai la meravigliosa opera di Marina Zumi, che di lì a poco sarebbe stata sostituita. Le pareti del museo, nella famosa Bülowstraße, vengono infatti ciclicamente commissionate ad artisti di rilievo, che la trasformano in opere d’arte temporanee e mutevoli.
Ecco qualche esempio, insieme alla mia foto del 2016 che ritrae il lavoro meraviglioso di Marina Zumi.
Tutti noi possiamo visitare il museo grazie a Urban Nation Digital Tour
Quando ho ricevuto la notizia via mail che raccontava il digital tour, mi sono molto emozionata, perché si tratta, come già detto, di una realtà ricca di sfumature di rilievo per come piace a me interpretare l’arte.
Sono molto contenta di poter amplificare la portata di questa notizia tramite il mio blog di arte, tutti così possono accedere a questa magnifica realtà.
In un delizioso tedesco (sono stata in Germania come ragazza alla pari e quel suono è per me sinonimo di giovinezza) Markus ci porta alla scoperta del museo e di alcuni sue opere più rappresentative.
Oltre al tour generale, ci sono tre piccole clip dedicate a tre artisti e a tre opere specifiche.
Shepard Fairey
D*Face allo Urban Nation digital tour
SWOON
Focus su D*Face
D*Face (all’anagrafe Dean Stockton) è un’artista britannico che criticizza e esorcizza il nostro consumismo e le apparenze a cui teniamo e che non abbandoniamo. Brands, icone, miti e idoli vengono esposti ai nostri occhi senza mezzi termini, ovvero con, ben evidenti, le loro inutilità POP. Nell’opera sopra indicata, il mezzo scelto è la stampa, i giornali per dimostrare la loro superficialità. Un insolito promemoria per suggerire al fruitore dell’opera di tornare alla verità e all’essenziale.