Ritratto Donna Franca Florio: un vero mistero, ora svelato
Con grande gioia e soddisfazione scrivo il mio primo articolo su questa piattaforma nuova, dedicandolo ad una altrettanto grande novità: la categoria del blog dedicata all’editoria d’arte, e a tutta la carta stampata che orbita intorno a questo fantastico mondo.
Ho avuto la fortuna di essere contattata da Annamaria Pacini, ufficio mostre del Museo Giovanni Boldini Macchiaioli e ho ricevuto una copia del catalogo “Il ritratto di Donna Franca Florio“, a cura di Matteo Smolizza e con un ampio saggio introduttivo di Tiziano Manconi. Esso è stato fondamentale per la documentata panoramica storica e sociale, che ha delineato un’approfondita ambientazione in cui le vicende del ritratto hanno preso forma e luogo. Il saggio introduttivo ha anche sintetizzato in maniera esemplare le caratteristiche peculiari della poetica artistica boldiniana, fondamentale per capire tutte le arzigogolate vicende legate al dipinto.
“Tutto nei suoi quadri è rapido, fugace, dinamico e apparentemente istintivo e repentino come lo scatto di un rapace nell’afferrare la preda”.Tiziano Panconi
Il quadro sociale: il catalogo introduce il ritratto con ricostruzioni storiche e testimonianze attuali direttamente dalla famiglia Florio
Trovo che il catalogo abbia un obiettivo importante, legato alla oculata e non influenzata ricostruzione storica dedicata alla cronologia delle tre versioni del dipinto, vittima di interpretazioni storiche sbagliate. Una testimonianza speciale legata ad un approccio metodologico scientifico che merita di essere diffuso, conosciuto e apprezzato, esposto da Matteo Smolizza nell’ultima parte del catalogo. Tuttavia le varie parti introduttive, che sviscerano da svariati e splendidi punti di vista l’ambientazione della vicenda nella sua visione olistica, sono di grande pregio ed interesse.
Ecco qualche mia considerazione riassuntiva, che spero servano a instillare curiosità e voglia di leggere questo catalogo che, grazie alla storia di un’opera, offre una panoramica multisfaccettata e ricca di stimoli per capire la poetica boldiniana, la meraviglia di un territorio e di un periodo.
La storia dell’arte è preziosa per questo: grazie ad un dipinto vengono riportati a nuova luce aspetti del costume, della vita e della storia raccontati attraverso un’indagine profonda e densa di sfumature.
1. Donna Franca Florio, la regina di Palermo, di Salvatore Requirez
Non si può veramente capire la storia di questo ritratto se non ci si sofferma ad analizzare la figura di Donna Franca Florio, già definita la “più bella creatura in giro per la Palermo di fine Ottocento”.
E allo stesso tempo, sapere degli incontri fugaci e delle lettere clandestine che hanno coinvolto Donna Franca e il futuro marito, Ignazio Florio, permette di capire con più chiarezza il significato del ritratto. La sua regale bellezza, “il suo mito le cresceva intorno, pompato dalle larvate sudditanze, evvero, ma sacrosanto nei contenuti di stile e di eleganza che spesso non avevano confronti”.
Eppure gli occhi verdi di Donna Franca furono segnati anche dalla sofferenza, che vide toglierle ben tre bambini su cinque, tra cui l’amato erede. La sua storia racconta che, con la sua regalità ed estrema bellezza, si arruolò come crocerossina presso l’ospedale di Palermo, alternando assistenza ai più deboli allo sperperare del poco denaro rimasto alla fine del secondo dopoguerra sui tavoli da gioco.
2. Ignazio Florio Jr, tra Palermo e il Mondo, di Vincenzo Prestigiacomo
C’è un’altra dinamica interessante che illumina lo spaccato storico che avvolge questo misterioso ritratto. La figura di Ignazio Florio, che a soli ventun’ anni si trova a guidare un capitale economico che anche oggi avremo ritenuto smisurato.
Amante dell’arte e della musica, stravedeva per Lalique, Cambellotti e Terzi. È a Saint Moritz, presso il grand hotel Palace, che i Florio incontrarono Giovanni Boldini. “Venga a Palermo, sarà nostro ospite e potrà rimanere tutto il tempo che desidera”. Boldini varcherà la soglia di Villa Igiea, la residenza del Florio, nel 1901.
Il ritratto non incontrò il favore di Ignazio Florio. Tanto da non essere mai stato pagato. Ma non vi racconto la sua storia, vi lascio il piacere di scoprirla personalmente.
3. Flashbacks: i Florio in casa Florio, di Costanza Afan de Riviera Costaguti
Questa è una sezione che ho apprezzato. Attraverso gli occhi della figlia minore di Donna Franca Florio e di Ignazio, Giulia, sorella di Igiea (le uniche sopravvissute di cinque figli) vengono ricordati tutti i personaggi più importanti di questa storia. Donna Franca Florio era per tutti i famigliari “Granny”, contrazione di Grandmother, denominazione “che porta con sè la memoria di quando Palermo era una città veramente internazionale”.
4. Tracce per la committenza dei Florio a Palermo, di Maria Maddalena de Luca
Un viaggio meraviglioso attraverso le testimonianze architettoniche di Palermo che ancora trasudano la storia dei Florio. L’attenzione si focalizza maggiormente sul Grand Hotel Villa Igiea, che rappresenta egregiamente l'”unità tra le arti teorizzata da Giovan Battista Basile”.
Parliamo di architettura e arti decorative che, attraverso l’opera pittorica di Ettore del Maria Bergler, nella sala degli Specchi, trova la sua massima espressione nella Palermo di quei tempi, già pronta ad accogliere “le soluzioni stilistiche dell’Art Nouveau” di respiro internazionale.
Ritratto Donna Franca Florio: la ricostruzione di Matteo Smollizza in “Donna Franca e il gioco delle tre carte”.
Per Matteo Smolizza la sfida è stata grande, cercando di ricostruire la giusta cronologia della realizzazione del dipinto senza l’influenza di una leggenda che, come lui stesso afferma, “è interessante quasi in pari misura”.
Ecco quindi snocciolate tutte le richieste di pagamento, le missive scambiate, l’esposizione dell’opera alla Biennale di Venezia del 1903.
Ho apprezzato i parallellismi sociali tra pittura, la moda e gli abiti disegnati dagli stilisti di quel tempo, le didascalie chiare ed esaurienti. Una curiosità: alcuni abiti dell’eccelso guardaroba di Donna Franca sono tutt’ora esposti al Museo della Moda e del Costume nel complesso museale di Palazzo Pitti. Spero di vederli presto dal vivo.
Adela Mara e l’analisi scientifica sulla stratificazione della pittura: “Boldini sotto Boldini. Come la tecnica di aiuta a leggere il Ritratto di Donna Franca Florio”
In questa sezione si susseguono tavole comparative ad alta definizione che godono della più moderna tecnologia: la riflettografia all’infrarosso (NIR) ne è un esempio.
Il bello di questo catalogo è che il lettore può, attraverso le riproduzioni, ricostruire da solo nella sua mente i passaggi di realizzazione del dipinto, sentendosi in un qual modo partecipe e con la consapevolezza che la ricostruzione cronologica artistica è scienza esatta e metodo sperimentale.
Tuttavia alla “meraviglia” di questa vicenda ho già accennato: l’arte è lo specchio della società, del modo di pensare e di essere dell’umanità in un periodo preciso della storia.
Un ritratto come uno specchio magico, al quale, affacciandosi, come per incanto vengono svelate dinamiche sociali emozionanti e particolari che nutrono cultura e anima.