Quando ritengo qualcosa degno dell’aggettivo “utile” e soprattutto quando qualcosa intorno a me mi emoziona profondamente, cerco di ritagliare un po’ di tempo e di spazio e lo porto alla vostra attenzione. Oggi mi soffermo su ciò che è avvenuto presso il Museo della Regina di Cattolica, un riferimento importante per la mia zona per quanto riguarda l’archeologia e le testimonianze storiche sedimentate in questo luogo.
Ciò a cui sono affezionata, però, sono le storie dell’antica marineria raccontata attraverso numerosi reperti: un mondo antico eppure così attuale, che è alla base della nostra essenza e ciò su cui il presente ha solide radici. È protagonista l’arte contemporanea, è protagonista il mare, i bambini e i pensieri buoni dedicati alla creazione di un mondo migliore. Poteva non piacermi?
La mia è una popolazione marittima: tutto è collegato al mare, dal nostro carattere, alla nostra dieta e perfino la nostra religione. Siamo devoti alla Madonna del Mare tanto da trarre pure il nome della nostra città, Cattolica, ma questa è un’altra storia.
Per narrare questo tipo di sensazioni, così viscerali, nascono i simboli. I significati che prendono spazio negli oggetti, ma solo quelli con il talento di riassumerli e interpretarli. La sardina, l’alice, il sardoncino (termine che preferisco e che sa di casa), ad esempio. Un concentrato di sapore e anche salute, ma in chiave povera, semplice. Un esempio di sincerità, di bontà e bellezza che appaga noi romagnoli solo nel vederla. Un pesce rassicurante, che sa di popolo, di noi che aspettiamo ancora il pesce al porto, e che sappiamo apprezzare le piccole, buone cose che l’Adriatico e la nostra storia ci concedono.
Da un po’ il sardoncino è anche bello: l’artista Loreprod lo propone e lo interpreta
Seguo Lorenzo Anzini, l’artista di questa storia, da un po’ di tempo. Egli è un tatuatore di grande talento e il suo studio, Nero di Seppia, a Cattolica, è meta di grande fermento sull’evoluzione di questa arte a tutti gli effetti. Se nel campo del tatuaggio Lorenzo Anzini è già un grande riferimento, nel mondo dell’arte contemporanea lo sarà presto.
Lo percepisco come un Basquiat del nostro tempo: un artista in bilico tra due identità. Basquiat tra arte di strada e arte di galleria, mentre Anzini tra l’immediata e fresca rappresentazione delle sue emozioni su tela e quelle metodiche e precise dei suoi tatuaggi. Anzini ha una egregia abilità grafica che si sublima, quando dipinge, in emozioni taglienti e vivide come le sue campiture piatte. Si avverte la vibrazione intensa dovuta alla liberazione che l’espressione su tela concede alla sua arte.
Si sente che le nuvole, le macchie e i segni graffianti delle sue interpretazioni vivono di immediata energia. E trovo veramente importante la capacità di imprimere alle sue tele la leggibilità delle sue emozioni. Ricordo di aver visto un quadro nel suo studio, che ritraeva il suo stato d’animo immediatamente dopo la morte di una nonna. L’orario in cui è morta, scritto sulla tela, è scoccato nel mio cuore come un tintinnio, o forse come un fulmine, e lo ricordo come fosse ieri.
Questa sua capacità di sintesi su tela è quindi parallela a quella che utilizza per i suoi simboli, in questo caso il sardoncino.

L’evento al Museo della Regina di Cattolica
La realizzazione del murales che l’artista cattolichino ha regalato al museo, è avvenuta durante le iniziative “Un’Estate da Regina”. Si tratta di appuntamenti serali settimanali volti a sperimentare gli aspetti più propriamente ludici della didattica museale, intrattenendo così i giovani in laboratori giochi divertenti ma dal carattere culturale e scientifico. Il tema, sempre diverso, è declinato nei principali ambiti di pertinenza del museo (quello storico-archeologico e quello antropologico-marinaresco).
Il filo conduttore dell’estate del 2019 era il concetto di “mostro” sotto molti punti di vista. E ogni giovedì si lavorava su un “mare” diverso: ogni serata era dedicata ad ognuno di quelli narrati da Erodoto. Lo spessore delle iniziative si evince anche da queste scelte che trovo ricche di senso, e per questo capaci di permeare i ricordi dei bambini che partecipano ai laboratori. Essi sono dotati di quella logica che li fa collocare nel posto giusto della memoria.
il 1 Agosto insieme a Lorenzo Anzini è stata affrontata la dimensione del mostruoso che proviene dal mondo umano, ovvero l’inquinamento ambientale e in questo caso marino. Per sensibilizzare i bambini e i ragazzi su un aspetto così delicato, lo staff del museo ha pensato ad un lavoro congiunto. Da un lato Lorenzo Anzini si è esibito in una performance di live art, regalando poi il murales al Museo e a tutti i suoi futuri visitatori, mentre gli operatori museali Gemma e Michele hanno proposto ai bambini di cimentarsi tutti insieme nella creazione di grandi “pesci-mangia-plastica“. Creazioni costruite ovviamente con materiali di riciclo: reti da pesca in plastica donate dalla Casa del Pescatore, vecchie fascette in legno e sopratutto rifiuti di plastica, sacchetti, cannucce, bicchieri, piatti, bottiglie ecc.
L’opera finale è stata la realizzazione di due vere e proprie sculture contemporanee. Se vogliamo possiamo chiamarle anche installazioni. Oltre a essere state pensate come “opere di riciclo”, infatti, le sculture sono immaginate come “sculture in divenire” perché ogni persona che visita il Museo possa contribuire a modificarle.
Ci piace la voglia di educare attraverso la creatività; ci piace che un artista contemporaneo come Anzini voglia interagire con i suoi simboli con opere pubbliche e con i bambini; ci piace che il Museo sia vivo, ricco di energia, voglia di comunicare e che renda piacevole e frizzante la cultura. Ci piace. Punto.
“A•Mare“, il murales Loreprod è ancora visibile presso il Museo della Regina di Cattolica, Via Pascoli 23 – Tel. 0541 966577